Strutture socio-sanitarie e assistenziali: il nuovo accreditamento

Appena un mese fa, avevamo illustrato le novità contenute dalle check list per le verifiche di vigilanza in autorizzazione al funzionamento delle strutture socio-sanitarie ed assistenziali in Toscana. È notizia di questi giorni l’approvazione (lo scorso 26 aprile) da parte del Consiglio Regionale della Toscana delle modifiche alla l.r. 82/2009 relativa all’accreditamento delle strutture e dei servizi alla persona del sistema sociale integrato. Le modifiche saranno pubblicate sul BURT nei prossimi giorni [troverete nelle prossime settimane un aggiornamento al presente articolo con la normativa scaricabile in pdf], ma i punti salienti delle novità introdotte possono essere riassunti come segue:

  1. Anzitutto le modifiche riguardano essenzialmente le strutture soggette ad autorizzazione al funzionamento del sistema integrato, per intenderci le RSA, le RSD, le CAP, i Centri diurni ecc. e non i servizi domiciliari e gli altri servizi alla persona.
  2. L’elemento di novità più significativo è dettato dalla competenza che per le strutture – similmente all’accreditamento sanitario – viene accentrato nella Regione. Da ciò consegue anche la revisione del sistema dei controlli, affidati ad una Commissione regionale (anche qui ricalcando il nuovo accreditamento sanitario).
  3. Saranno poi ridefiniti, con specifica delibera della Giunta Regionale, i nuovi requisiti e i nuovi indicatori delle strutture.

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Se da un lato pare profilarsi una semplificazione dei requisiti generali e specifici di accreditamento per le strutture, pare rafforzarsi il sistema di vigilanza includendo anche alcuni requisiti (es. presenza dei protocolli professionali, di modalità di pianificazione/programmazione, aggiornamento professionale…) più tipicamente propri di un sistema di accreditamento. Un sistema duale, quello tra centro e periferia, tra Regione e strutture decentrate che sembrerebbe profilarsi e che probabilmente poteva essere disegnato in maniera più efficace, riservando alla sola autorizzazione gli elementi effettivamente minimi di funzionamento, mentre – pur nel riassorbimento a livello regionale delle competenze di accreditamento – includere in quest’ultimo gli aspetti davvero tipicamente oggetto di miglioramento qualitativo continuo del servizio e dunque anche esclusivamente orientati alla valutazione delle performance, non al possesso di requisiti da verificare ex ante.
Si profila in ogni caso per le strutture la necessità (od opportunità se vogliamo vederla in positivo) di rivedere il proprio sistema documentale, ancorché ampiamente le strutture abbiano documentazione sufficiente per attestare il possesso anche (immaginiamo) dei requisiti modificati. Il nostro suggerimento è di procedere ad una riorganizzazione che vada incontro alle nuove liste, sia di verifica in vigilanza, sia di accreditamento (quando saranno note).

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Quello che sembra emergere, in ogni caso, è il mantenimento di un sistema qualità fortemente ancorato alle evidenze documentali. I nuovi sistemi qualità, almeno per la documentazione cosiddetta di tipo ‘prescrittivo’, per fare un esempio pensiamo ad una procedura organizzativa, si orientano a lasciare una maggiore libertà all’organizzazione di utilizzare o meno la forma documentata. Diverso (sempre pensando ai sistemi qualità) è naturalmente il ragionamento per le informazioni documentate quali le registrazioni che necessariamente devono essere formalizzate (ovviamente nella possibilità di utilizzo di forme cartacee e/o digitali). Andando a rafforzare il sistema dei controlli in vigilanza, probabilmente l’accreditamento potrebbe essere pensato ancora più spinto verso un sistema di valutazione delle performance e non ad un aggiunto sistema di requisiti da soddisfare con evidenze documentali.

Naturalmente le nostre sono congetture ed opinioni basate sulla conoscenza fin qui disponibile dei dispositivi normativi e regolamentari. Tuttavia, in senso generale, informare il sistema di accreditamento ad un approccio maggiormente valutativo degli esiti produrrebbe una spinta del sistema dei servizi (strutture), più marcatamente orientato al miglioramento della qualità.
Questo, specie pensando all’integrazione del sistema della libera scelta, può essere tuttavia un approccio che le strutture decidono (o decideranno) di adottare in ogni caso. Già per le RSA le ricerche alle quali si sottopongono e la comparazione offerta dal portale regionale le spinge in questa direzione.

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