Entrato in vigore il nuovo Servizio Civile Universale

È entrata in vigore lo scorso 18 aprile, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale avvenuta il 4 aprile u.s., la nuova disciplina del Servizio Civile Universale, una grande sfida che investe un Istituto ormai consolidato, ma che negli anni ha subito alterne vicende. Una riforma attesa da tempo che fa parte del più ampio processo riformatore sul Terzo Settore, di cui nei prossimi mesi sono attesi ulteriori decreti attuativi.Il servizio civile cambia volto e punta ad allargare la platea dei soggetti che potranno parteciparvi, anche attraverso l’adozione di una diversa modalità di programmazione e una durata che potrà variare dagli 8 ai 12 mesi.

Fino all’approvazione del primo Piano triennale, il servizio civile universale si attua, in via transitoria, con le modalità previste dalla previgente normativa in materia di servizio civile nazionale. Proprio in queste settimane è stata pubblicata la graduatoria provvisoria dei progetti presentati entro il 21 ottobre 2016 dagli Enti iscritti all’Albo nazionale del servizio civile, e positivamente valutati, a breve è pertanto atteso il nuovo ‘bando giovani’ che dovrebbe essere aperto a circa 50mila giovani, non ancora il livello atteso per il nuovo servizio civile universale, ma senz’altro un ‘contingente’ maggiore rispetto a quello del passato.

Il nuovo servizio civile universale, prevede appunto una differente modalità di programmazione, su base triennale con aggiornamento annuale e un sistema di programmazione d’intervento che potrà riguardare più settori tra quelli previsti e aventi ad oggetto anche specifiche aree territoriali. Una novità su cui gli Enti dovranno aggiornarsi e riposizionare le proprie modalità di progettazione.

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Da anni abbiamo esperienza di affiancamento degli Enti di servizio civile nella progettazione del servizio civile nazionale e sappiamo quanto complesso è diventata questa fase, sia per le disposizioni stesse, sia per cogliere anche in maniera innovativa bisogni ed esigenze dei territori. La progettazione è uno dei nodi fondamentali, non solo perché viene mantenuto in tal modo l’impianto di accesso alle opportunità del servizio civile, ma perché concretamente gli Enti possono utilizzare efficacemente la leva progettuale per offrire risposte adeguate ai bisogni nei diversi ambiti di operatività del servizio civile, evitando la riproposizione di progettualità reiterate, puntando sull’innovazione sociale, utilizzando il progetto quale leva di sviluppo nel proprio ambito di lavoro.

Il nuovo servizio civile universale prevede inoltre il rilascio di un’attestazione finale per i giovani che, almeno nelle intenzioni del Legislatore, dovrebbe contribuire alla crescita di consapevolezza delle proprie capacità e delle competenze, sia quelle specifiche che quelle trasversali, nonché a rendere spendibile l’esperienza svolta una volta terminato il servizio. Il servizio civile verrà infatti valutato nell’ambito dei concorsi pubblici e potrà consentire di ottenere crediti formativi universitari. Si tratta di aspetti rilevanti, visto che negli anni, il servizio civile si è in parte anche connotato come una misura riservata ai giovani per acquisire competenze ed esperienze spendibili sul mercato del lavoro. Aspetti peraltro già in gran parte presenti anche nella previgente normativa, ma spesso non così attuati nell’ambito dei progetti presentati dagli Enti. Su questo aspetto, il vero nodo sarà ancora una volta la scommessa sul futuro dei giovani che potranno e dovranno fare proprio gli Enti, offrendo loro un’opportunità autentica di servizio e di crescita formativa umana e professionale.