Non è una novità, ma vale la pena soffermarsi su un dato che forse a molti è passato inosservato. Al 90% dei consumatori piacciono le aziende che parlano di responsabilità sociale ma soprattutto che lavorano in modo ecosostenibile per rendere il mondo un posto migliore.
Lo diceva già uno studio sull’impatto sociale realizzato negli Stati Uniti dall’agenzia di marketing Cone Communication nel 2013. Secondo l’indagine, se l’acquisto di un prodotto fa bene alla società o all’ambiente, viene preferito dall’88% dei consumatori e, la stessa percentuale di acquirenti, boicotterebbe aziende irresponsabili.L’84% invece usa il passaparola con gli amici se un’azienda è impegnata nel sociale e il 79% farebbe volentieri donazioni ad associazioni che vengono sostenute da aziende di fiducia. Certo, lo studio riguarda gli acquirenti a stelle e strisce ma con la globalizzazione può essere interessante anche per i consumatori europei. Da rivedere poi alla luce delle annunciate politiche protezionistiche della nuova Amministrazione Trump.
Vista l’importanza che stanno assumendo i social media sui quali i consumatori possono essere estremamente critici pubblicamente sui comportamenti delle aziende, Cone Communication si è occupata anche di questo fenomeno con risultati estremamente interessanti. Infatti sulla rete le brutte notizie hanno un effetto virale moltiplicando le “buone azioni” delle aziende ma anche le “cattive azioni”.
36% degli utenti utilizza i social per promuovere ciò in cui crede ma il 64% dei giovani che hanno meno di 24 anni, attraverso questo mezzo chiede direttamente ai produttori informazioni sulle politiche ambientali e sulla responsabilità sociale per poi diffonderle.
Da sottolineare inoltre il successo sempre più diffuso non solo di fiere ed appuntamenti convegnistici dedicati alla responsabilità sociale d’impresa, benché le linee guida comunitarie e nazionali su cui le autorità avevano a suo tempo puntato forse non hanno sortito l’effetto sperato in termini di impatto. Ma oltre a queste, si segnala un’attenzione sempre maggiore all’applicazione nei contesti aziendali di certificazioni integrate (es. qualità, sicurezza, ambiente) con standard etici (SA8000, ISO26000). Un’azione di sistema che entra quindi nell’organizzazione aziendale come strategia di business che sposa appieno una maggiore sensibilità diffusa nel mercato dei consumer.