Si è svolto a Firenze dal 28 febbraio scorso al 2 marzo un importante appuntamento di rilievo internazionale, che ha visto protagonista la Fondazione Montedomini nell’ambito della Rete Long Terme Care Alliance. “Long Term Care. Aging in place”, – il titolo della conferenza internazionale (ndr)- “promossa dalla Rete Long Term Care Alliance in collaborazione con Regione Toscana, Fondazione CR Firenze, Comune di Firenze, Fondazione Montedomini, con il contributo della Fondazione Internazionale Menarini, dell’Istituto degli Innocenti e dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Firenze.” – cita una nota apparsa su Repubblica Firenze.che prosegue:
“La conferenza in Palazzo Vecchio e all’Istituto degli Innocenti ha riunito a Firenze personalità di rilievo mondiale per affrontare in modo interdisciplinare la problematica dell’assistenza alle persone anziane che sta diventando uno dei fattori di crisi più importante per la sostenibilità dei modelli di welfare delle nostre società. Sono intervenuti nella mattinata di oggi William Reichman della società canadese Baycrest e presidente della LTC Alliance Conference e Sara Funaro, assessore al welfare del Comune di Firenze, che ha spiegato come questa conferenza possa contribuire a fare di Firenze la prima città laboratorio per politiche innovative dedicate all’assistenza agli anziani. Nir Barzilai dell’Albert Einstein College of Medicine di New York ha aperto la prima sessione di lavoro.
Fra i partecipanti alla conferenza dirigenti dei Ministeri della Sanità e Welfare di Svezia, Norvegia, Svizzera e Olanda, dirigenti di strutture per anziani, architetti, geriatri e assistenti sociali da Israele, Danimarca, Stati Uniti.
Il professor Niccolò Marchionni, ordinario di gerontologia e geriatria all’Università di Firenze, presidente del comitato scientifico della Fondazione Montedomini, porta in conferenza il progetto di assistenza domiciliare a distanza, la cui sperimentazione potrebbe partire già tra qualche mese: “Si tratta di prendere in carico pazienti con “codice argento” elevato secondo questo sistema classificativo messo a punto dall’ospedale di Careggi, generalmente affette da malattie croniche tipiche della terza età: scompenso cardiaco, broncopneumopatia cronica, insufficienza renale e diabete. Circa 1.500 persone nell’area fiorentina che costituiscono il 10-15 % dei dimessi ultrasettantacinquenni dagli ospedali ma che ritornano periodicamente al pronto soccorso”.
“I dispositivi di telemedicina sono in grado di analizzare quotidianamente ambiente e parametri fisiologici (come pressione, polso, peso corporeo) e intercettare il bisogno prima che diventi critico. Puntiamo così a ridurre del 40-50% i ricoveri ripetuti evitando così sprechi di denaro pubblico e i rischi per i pazienti di contrarre infezioni ospedaliere. Se si calcola che un posto letto di degenza ordinaria, indipendentemente dalle tecnologie utilizzate, costano tra i 500 e i 750 euro al giorno, evitare 500 ricoveri in un anno, di circa 10 giorni l’uno, significa far risparmiare alla sanità pubblica oltre 3 milioni di euro l’anno”.
“Con questa conferenza internazionale – dice Luigi Paccosi presidente della Fondazione Montedomini – Firenze diventa un laboratorio di rilievo internazionale sul tema dell’assistenza agli anziani, un tema che nei prossimi anni sarà fondamentale per la tenuta sociale ed economica dei nostri Paesi. È importante parlarne a Firenze che è una delle città più longeve del mondo e speriamo che questo appuntamento sia il primo di una lunga serie. Dobbiamo trovare modelli nuovi ed è fondamentale avviare una riflessione multidisciplinare utile a trovare le soluzioni più appropriate”.
Nel mondo oggi sono 900 milioni le persone con età superiore ai 65 anni, nel 2050 saranno 2 miliardi. L’Italia in particolare è la nazione che ha la presenza di ultra sessantacinquenni più alta d’Europa. In Toscana sono presenti circa 940 mila anziani (dato Istat al 1° gennaio 2017) che rappresentano il 25 % della popolazione (la maggior parte dei quali, quasi 99 mila, vivono nell’area fiorentina, 50 ogni mille assistiti dai servizi territoriali, dati Ars 2017).”