“Varato dalla giunta il nuovo Piano sanitario e sociale integrato regionale 2018-2020, che delinea le strategie sanitarie e sociali della Regione fino alla fine della legislatura. Il Piano è stato approvato nella seduta di giunta di lunedì, ora dovrà seguire l’iter canonico, passando prima in commissione sanità del Consiglio regionale, poi in aula.” – ne ha dato notizia il sito della Regione Toscana lo scorso 23 gennaio
“La redazione del PSSIR” – prosegue la nota – “ha richiesto un grande lavoro, che ha coinvolto tutti i settori dell’assessorato e, secondo un preciso cronoprogramma, una lunga fase di ascolto e partecipazione, con incontri con i direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie, le Conferenze dei sindaci, le Università, le associazioni dei pazienti, il Forum disabilità, il volontariato e la cooperazione sociale, le organizzazioni sindacali, l’Anci, gli ordini professionali, l’organismo di governo clinico dell’assessorato.
“La sanità toscana è pubblica e universalistica – dice il presidente Enrico Rossi -, e queste caratteristiche connotano fortemente anche questo Piano sanitario e sociale. Abbiamo fatto grandi passi avanti nella direzione dell’appropriatezza, la spesa è sotto controllo, fondamentale è il ruolo e la valorizzazione del terzo settore. La riforma del sistema sanitario toscano, lo sviluppo delle reti cliniche, hanno consentito di salvare molte vite in più, si sono allungate le aspettative di vita e gli esiti di cura nei nostri ospedali sono eccellenti. Con questo Piano, vogliamo far sì che tutto questo migliori ancora”.
“Il 2018 è stato un anno importante, in cui si sono celebrati anniversari fondamentali – sottolinea l’assessore Stefania Saccardi – Sono 40 anni dalla promulgazione della legge 833 istitutiva del servizio sanitario nazionale; dall’approvazione della legge Basaglia sulla riforma dell’assistenza psichiatrica; dalla legge 194 per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza; dalla dichiarazione di Alma Ata dell’Oms sull’assistenza sanitaria primaria come strategia per ottenere un miglior livello di salute della popolazione. E si celebrano anche i 70 anni della Costituzione, il cui articolo 32 sancisce il diritto alla salute. La Regione Toscana ha voluto celebrare degnamente questi anniversari, che hanno profondamente inciso sulla sanità pubblica e sul sistema di welfare, con l’approvazione del nuovo PSSIR 2018-2020″.
“La Toscana – prosegue l’assessore – ha una lunga tradizione di rispetto dei diritti civili e sociali, di promozione delle buone pratiche e di coinvolgimento partecipativo dei cittadini e dei professionisti. Lo sforzo programmatorio fatto per la realizzazione di questo Piano cade però in un periodo di grande incertezza economica e politica. Far fronte a questa situazione, significa da un lato evitare ogni forma di spreco, dall’altro perseguire fermamente e costantemente l’appropriatezza delle cure e dei percorsi di intervento socio-sanitari”.
Nell’intenzione dei suoi redattori, il nuovo Piano vuole essere un agile strumento di programmazione socio-sanitaria: un Piano snello, sintetico, di facile lettura e immediata comprensione, con parole chiave e obiettivi. E ancora più forte e più operativa è stata resa l’integrazione tra le politiche sociali e le politiche sanitarie.
Tante le sfide lanciate dal Piano, dalla riduzione delle disuguaglianze di salute e sociali, alla gestione della cronicità, dall’alleanza con i cittadini, alle cure nell’ultima fase della vita. E ogni intervento è declinato per target, in base all’età e alla condizione dei destinatari.
Il Piano si concentra su 8 grandi obiettivi strategici (driver), che rappresentano le forti linee di indirizzo cui il PSSIR è ispirato. Ciascun driver ha un messaggio chiave:
1) Ridurre le disuguaglianze di salute e sociali. Messaggio chiave: Equità e giustizia sociale: non solo contrasto alle disuguaglianze e accoglienza delle differenze, ma anche centralità di persone, famiglie e comunità nelle politiche per la salute e sociali.
2) Gestire la cronicità. La cronicità e la salute al nostro tempo: il sistema sociosanitario si ridisegna, la comunità si organizza e il cittadino si rafforza.
3) Sviluppare nuovi modelli di ‘care’. Interpretare e trarre il massimo dalle migliori esperienze disponibili per un sistema sociosanitario regionale moderno e a misura di cittadino.
4) Accelerare l’utilizzo dell’innovazione e sfruttare la rivoluzione dell’informazione. Supportare e abilitare la trasformazione del sistema sanitario e sociale con un utilizzo pervasivo della tecnologia per una reale rivoluzione digitale.
5) Creare una nuova relazione con i cittadini e le comunità per un sistema di salute e di welfare etico e partecipato. Il cittadino protagonista degli atti di cura per valorizzare risorse, identificare bisogni e fornire risposte adeguate anche sotto il profilo dei valori individuali.
6) Ridisegnare le competenze e sostenere le ‘avanguardie’ per sviluppare una forza lavoro moderna e flessibile. La medicina moderna esige un adattamento professionale ai criteri gestionali di un’impresa complessa e costosa. Scopo primario è il perseguimento dell’equilibrio decisionale (la governance) tra tutti gli attori in causa nella gestione del sistema.
7) Creare una nuova alleanza con i cittadini per preservare il nostro sistema sociosanitario. La sostenibilità del sistema pubblico è fortemente legata alle scelte di appropriatezza fatte da operatori e da cittadini, che lavorano in squadra per preservare l’universalità del nostro sistema sanitario, prendendo decisioni basate sul valore e sulla qualità, al fine di mantenere il sistema per le generazioni future.
8) Pianificare in maniera condivisa le cure nell’ultima fase della vita. Partecipazione e scelta per il diritto alla tutela della salute e nel rispetto della dignità della persona e della qualità di vita nell’ultima fase di malattia.
L’articolazione prosegue poi con la definizione di questi driver, articolandone le azioni su 11 destinatari (target), che ricomprendono nel loro insieme la popolazione di riferimento distinta per età, fasi della vita e/o particolari condizioni di malattia: bambini, genitori, giovani, donne, anziani, disabili, stranieri, ecc.”